Skip to main content

Lo scenario macroeconomico per il settore orafo

Il terzo trimestre 2018 ha visto la domanda mondiale di gioielleria in oro registrare un andamento positivo, con un vero e proprio rimbalzo delle quantità (+6%) dopo i dati fiacchi o negativi dei trimestri precedenti. Secondo il World Gold Council, la debolezza dei prezzi dell’oro ha stimolato gli acquisti, in particolare in India (in recupero dopo gli scorsi trimestri in calo), in Cina (favoriti anche dalla festa di Qixi, equivalente cinese di San Valentino) ed in molti altri mercati del Sud Est Asiatico. Ancora in difficoltà, invece, sempre secondo le statistiche diffuse dal World Gold Council, i paesi del Medio Oriente.

Fig. 1 – Domanda mondiale

 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati World Gold Council – Gold Demand Trend

Il rimbalzo della domanda mondiale di gioielleria in oro, a fronte di prezzi in calo, si è riflesso anche nella dinamica delle esportazioni italiane. Nel terzo trimestre è, infatti, proseguito l’andamento negativo delle esportazioni di gioielleria in oro (-8,8% la variazione tendenziale dei valori in euro), conseguente anche al confronto con un 2017 particolarmente brillante. L’evoluzione delle quantità ha, invece, registrato un significativo balzo in avanti (+35,7%), che sottintende bruschi movimenti nei valori medi unitari (VMU, valori divisi per le quantità).

Fig. 2 – Evoluzione delle esportazioni di gioielli in oro* (var. % tendenziali)

 Nota: (*) Codice 711319. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Nel complesso dei primi nove mesi, le vendite all’estero sono diminuite del 4,1% in valore, mentre sono aumentate del 20,8% in quantità (per un ammontare pari a 28 tonnellate), implicando una diminuzione dei valori medi unitari pari al 20% circa nella media dei paesi.

Il dettaglio geografico evidenzia come il calo dei valori in euro sia diffuso a quasi tutte le principali destinazioni, con l’eccezione degli Stati Uniti (+3,2%), del Regno Unito (+27,2%) e del Sud Africa (+12%). Allo stesso modo l’andamento espansivo delle quantità ha riguardato tutti i paesi, con solamente gli Emirati Arabi Uniti a registrare un calo del 15,2%, confermandosi come uno dei mercati dove le vendite di gioielleria in oro Made in Italy soffrono maggiormente.

Tabella 1 – Evoluzione delle esportazioni di gioielli in oro* nei primi nove mesi 2018

(var. % tendenziali)

 

 

Spicca il dato francese: gli invii di gioielli in oro verso la Francia nei primi nove mesi del 2018 sono cresciuti addirittura dell’86,6%, pari a 7 tonnellate in più rispetto allo stesso periodo del 2017, con un contestuale crollo dei valori medi unitari di oltre il 50%, che potrebbe anche riflettere modifiche nella fissazione dei transfer price all’interno dei gruppi multinazionali francesi con basi produttive nel settore in Italia. Va infatti sottolineato come lo scorso anno i valori medi unitari impliciti nei flussi di export dall’Italia alla Francia avessero raggiunto livelli particolarmente elevati rispetto al dato medio nazionale (con un balzo del 32%). Si tratterebbe, pertanto, di una sorta di “normalizzazione” sui livelli medi registrati negli anni precedenti. I dati relativi al terzo trimestre, poi, evidenziano un recupero di ritmi positivi dell’export verso la Francia anche in termini di valori (+16%).

Anche nei confronti degli Stati Uniti le quantità di gioielli in oro esportate hanno registrato un notevole incremento (+51,4%, pari a 5 tonnellate aggiuntive), sottolineando il forte interesse di questo mercato per il gioiello italiano, in questo caso espresso anche dai dati in valore.

L’andamento positivo delle quantità vendute all’estero è coerente con l’evoluzione ancora fortemente in crescita dell’indice della produzione industriale del settore (che include anche la bigiotteria e l’argenteria). La produzione ha registrato nei primi 10 mesi una crescita dell’8,3%, con una nuova significativa accelerazione nel mese di ottobre. Si tratta di un ritmo di sviluppo molto elevato (sebbene in rallentamento rispetto al +17,4% medio del 2017), nettamente superiore al +2,6% tendenziale registrato in media dalla produzione manifatturiera italiana nello stesso periodo.

Fig.  3 – Evoluzione dell’indice di produzione industriale (var. % tendenziale, dati grezzi)

 

Fig.  4 – Evoluzione dell’indice di fatturato

(var. % tendenziale, dati grezzi)

 

 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

 

 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Anche l’indice di fatturato (che è in valore) è rimasto in crescita, sebbene in questo caso il rallentamento rispetto ai dati del 2017 sia stato tale da riportare il settore dell’oreficeria e bigiotteria sugli stessi ritmi del manifatturiero.

A livello territoriale, dove i dati sono disponibili solamente in valore e per l’aggregato che include anche la bigiotteria, i primi nove mesi dell’anno hanno confermato l’andamento in calo visto a livello nazionale. In particolare, nel complesso dei primi nove mesi dell’anno è stata Vicenza a registrare la diminuzione più pronunciata dei valori (-4,8%), con un netto peggioramento nei mesi estivi (-8,1% la variazione tendenziale registrata tra luglio e settembre 2018 ed il corrispondente periodo del 2017). In forte frenata nel terzo trimestre anche l’export di Arezzo (-7,1%), che porta il dato dei primi nove mesi a -2,3%. Rimane stabile sui ritmi (sempre negativi) della prima parte dell’anno l’export di Valenza Po (misurato come per gli altri poli produttivi con il dato relativo all’intero territorio provinciale).

Fig. 5 – Evoluzione delle esportazioni di gioielleria e bigiotteria (var. % tendenziali in valore su dati provinciali)

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Nel dettaglio, per Vicenza, i dati negativi hanno riguardato molti mercati, in particolare quelli emergenti: Hong Kong (-16,4% nei primi nove mesi), Emirati Arabi Uniti (-19,2%), Giordania (‑32,4%), Romania (-22,3%) e Turchia (-12,8%). Spiccano, in particolare, i veri e propri crolli di cui sono stati protagonisti durante i mesi estivi i valori esportati verso la Giordania (-56,4%) e la Turchia (-42%).

Da sottolineare invece come, all’opposto, gli Stati Uniti (primo mercato di sbocco nel 2017) abbiano registrato un andamento stabile nella media dei primi nove mesi, ma con un miglioramento durante il terzo trimestre. Segnali di recupero anche nelle esportazioni verso il Regno Unito (dopo il risultato negativo del 2017), che con i dati del terzo trimestre sembrano aver arrestato la caduta; bene anche l’export diretto in Sudafrica, in netta accelerazione nel terzo trimestre.

Tab. 2 – Esportazioni del distretto orafo di Vicenza

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Anche le esportazioni di Arezzo stanno continuando a risentire di cali importanti e continui negli Emirati Arabi Uniti (-17,9% tra gennaio e settembre, con un -27% nel terzo trimestre). Come Vicenza, poi, anche Arezzo ha visto un brusco peggioramento delle vendite in Turchia, con un ‑26,7% maturato nei mesi estivi. Migliorano, invece, i risultati verso gli USA, tornati in territorio positivo tra luglio e settembre, ma non sufficientemente da riportare in crescita il dato complessivo dei primi nove mesi del 2018 (-8,2%). Rispetto a Vicenza, invece, Arezzo riesce a mantenere su buoni livelli le vendite ad Hong Kong: dopo l’eccezionale +21,6% del 2017, l’export di Arezzo è cresciuto dell’1,8% nei primi nove mesi. Bene anche il ritmo di sviluppo del mercato francese (rimasto intorno al +20%); da sottolineare infine gli ottimi risultati di vendita, sebbene su livelli limitati, che hanno interessato Panama ed il Libano.

Tab. 3 – Esportazioni del distretto orafo di Arezzo

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

 

L’export di Valenza Po è invece nettamente più concentrato dal punto di vista geografico, con quasi i tre quarti delle vendite focalizzate su Svizzera e Francia. Come evidenziato anche a livello nazionale, è in particolare il risultato verso la Francia a condizionare i dati complessivi. Nei primi nove mesi del 2018 gli invii di oreficeria da Valenza alla Francia hanno sperimentato un calo del 20,9%, per poi migliorare in modo importante durante l’estate. L’export verso la Svizzera ha invece evidenziato nei dati più recenti un brusco peggioramento (-10,3%) dopo una prima parte dell’anno più tonica, così come è avvenuto anche per l’export diretto verso gli USA (-9,8% nel terzo trimestre che lascia comunque il complesso dei primi nove mesi in territorio positivo, +3%). Male, dopo lo straordinario +55,2% del 2017, l’export diretto ad Hong Kong (-14,6%, in peggioramento a -25,6% nel periodo luglio-settembre).

Tab. 4 – Esportazioni del distretto orafo di Valenza Po

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Le prospettive per i mesi conclusivi dell’anno sembrano improntate ad un cauto ottimismo. Il risveglio della domanda mondiale, seppure in un contesto di elevata incertezza, porta a ritenere probabile il proseguimento, anche negli ultimi mesi dell’anno, delle tendenze riscontrate nella prima parte. Ci aspettiamo che la domanda proveniente dai mercati asiatici e dagli Stati Uniti continui a mantenersi tonica, mentre dovrebbero proseguire le difficoltà riscontrate nei paesi del Medio Oriente.

Le prospettive per il 2019 appaiono più incerte, condizionate dal possibile recupero dei prezzi dei preziosi (si veda il prossimo paragrafo) che potrebbero avere un impatto negativo sui segnali di risveglio della domanda di gioielli registrati nella seconda metà del 2018. Nel nostro scenario, comunque, il prezzo dell’oro dovrebbe rimanere – in media d’anno – intorno ai 1,250 USD all’oncia, un livello di poco inferiore rispetto a quello medio del 2018.