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Lo scenario globale dell’industria orafa durante il Covid-19

una relazione di Sara Giusti

Abstract

Il settore della gioielleria è stato duramente colpito dalla pandemia di Covid19. La domanda mondiale è diminuita drasticamente nel 2020, colpita dalla chiusura dei negozi, dall’arresto dei flussi turistici, dalla diminuzione del potere d’acquisto tra i consumatori globali, dall’aumento dell’incertezza e dai prezzi dell’oro ai massimi livelli. Lo scenario per il 2021 resta molto incerto, a seconda dell’evoluzione della pandemia, con un rimbalzo della domanda che lascerà il mercato della gioielleria ancora ben al di sotto dei livelli del 2019.

Il settore orafo italiano nel 2021

La domanda mondiale di gioielli in oro ha continuato a crescere anche nel 3° trimestre 2021 (+33%) con un rallentamento atteso rispetto alla crescita nei primi due trimestri, che nel 2020 erano invece stati maggiormente colpiti dal calo legato alla crisi. Nei mesi estivi il settore orafo italiano ha confermato la buona dinamica già registrata a inizio anno e complessivamente nei primi nove mesi si è attestato già sopra i livelli pre-COVID sia in termini di fatturato (+13,1%), sia nelle esportazioni in valori (+6,9%) e quantità (+8,0%).

Materie prime: pesano la variante Omicron e le politiche monetarie

L’impatto negativo della variante Omicron e la minaccia di politiche monetarie più restrittive rappresentano ora i principali ostacoli per i mercati delle materie prime e potrebbero innescare più ampie correzioni dei prezzi nel breve termine. Tuttavia, un temporaneo indebolimento dei corsi delle materie prime favorirebbe l’economia mondiale, contribuendo ad accelerare i tassi di crescita, e semplificherebbe il compito delle principali banche centrali, che potrebbero continuare a sostenere la ripresa economica invece di combattere le pressioni inflazionistiche.

Metalli preziosi: preferiamo il palladio all’oro

Nel 2021, le quotazioni dei metalli preziosi hanno registrato una flessione. Manteniamo una view negativa su oro e argento, poiché l’adozione di politiche monetarie più restrittive dovrebbe ridurre la propensione a investire nei due metalli. Per contro, ci attendiamo un parziale recupero di platino e palladio, grazie alla probabile accelerazione della domanda dal settore automobilistico. Pertanto, nell’ambito di un’asset allocation strategica a medio termine, preferiamo il palladio all’oro.

Il settore orafo italiano nel 2021

Ha continuato anche nel 3° trimestre 2021 la ripresa della domanda mondiale di gioielli in oro (+33%), anche se in rallentamento rispetto ai primi due trimestri (+54% nel 1° trimestre e +62% nel 2° trimestre) e con un divario rispetto al periodo pre-crisi del -14%. Il settore orafo italiano ha confermato una buona dinamica che lo ha portato a superare i valori dei primi nove mesi del 2019 sia in termini di fatturato (+13,1%), sia nelle esportazioni in valori (+6,9%) e in quantità (+8,0%).

Nel 3° trimestre 2021 la domanda mondiale di gioielli in oro ha mostrato un rimbalzo significativo rispetto al 2020 (+33% in quantità), anche se in naturale rallentamento rispetto a quanto registrato nei primi due trimestri (+54% nel 1° trimestre e +62% nel 2° trimestre), che nel 2020 erano stati maggiormente segnati dalla crisi (Fig. 1); complessivamente nei primi nove mesi del 2021 la domanda mondiale ha segnato ancora un ritardo rispetto al 2019 del -14%. Grazie al forte rimbalzo dei primi tre mesi (+216%) è la Cina il mercato che ha presentato la crescita nel 2021 più marcata (+84%), seguita da India (+45%) e Medio Oriente (+43%), che sono tra i mercati con la crescita più elevata nel 3° trimestre insieme a Hong Kong (Fig. 2). Nel confronto con il periodo pre-crisi sono Cina e Stati Uniti i mercati più rilevanti che hanno già superato i livelli del 2019, rispettivamente del +4,1% e del 17,1%.

Figura 1 – Domanda mondiale di gioielli in oro (livelli in tonnellate e variazione % trimestrale)
Fonte: World Gold Council – Gold Demand Trend

Figura 2 – Domanda di gioielli in oro nei primi nove mesi 2021 (variazione % su dati in tonnellate)
Nota: (*) Al netto della Russia. I paesi sono esposti in ordine decrescente per valore della domanda nel 2021. Fonte: World Gold Council – Gold Demand Trend

Le esportazioni italiane di gioielli in oro hanno registrato, invece, nei primi nove mesi del 2021 una piena ripresa dei valori pre-COVID, sia in valori (+6,9%), sia in quantità (+8,0%), con un forte rimbalzo nel 2° trimestre (+251% in valori; +273% in quantità), confermato anche nel 3° trimestre con tassi di crescita pari a circa il 60% (Figg. 3-4).

Figura 3 – Evoluzione trimestrale delle esportazioni italiane di gioielli in oro* (var. %)
Nota: (*) Codice 711319. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Figura 4 – Andamento delle esportazioni italiane di gioielli in oro* rispetto al 2019 (var. %)
Nota: (*) Codice 711319. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Dal punto di vista dei principali mercati di sbocco, gli Stati Uniti hanno confermato il ruolo di primo mercato di riferimento delle esportazioni italiane di gioielli in oro grazie a valori pressoché raddoppiati rispetto ai primi nove mesi del 2020 (+98%) e al superamento dei dati pre-COVID sia in valori (+66,3%), sia in quantità (+44,5%). È continuato, inoltre, il significativo trend di crescita verso gli Emirati Arabi (+141,1% in valori; +151,0% in quantità), che hanno recuperato gli importi dei primi nove mesi del 2019 (+8,8%), mentre hanno segnato ancora un divario in termini di quantità (-12,8%). Un’attenzione particolare va agli scambi con l’Irlanda, effetto delle policy degli operatori stranieri già presenti nel 2020 che hanno confermato l’utilizzo del mercato irlandese come base fiscale e logistica per servire altri mercati, tra cui, con ogni probabilità, il Regno Unito (dove nel periodo gennaio-settembre si è registrato un crollo dei valori esportati dall’Italia, -35,8%). Le esportazioni verso la Svizzera, nonostante il significativo rimbalzo (+42,1% in valori, +48,9% in quantità), hanno mostrato un ritardo rispetto ai primi nove mesi del 2019 superiore al -35%, probabilmente anche in questo caso legato alle politiche distributive delle grandi maison del Lusso, per le quali la Svizzera rappresenta un polo logistico di riferimento. Particolarmente rilevante, inoltre, la crescita registrata dalle vendite verso il Sud Africa, che sono più che raddoppiate rispetto al 2020, quando erano comunque cresciute nonostante la crisi legata alla pandemia (Tab. 1).

Dal punto di vista territoriale, sono state confermate le evidenze già registrate nei primi due trimestri con un maggior dinamismo nelle province di Vicenza e Arezzo, che complessivamente hanno segnato un rimbalzo rispetto al 2020 del +70% per Vicenza e del +92% per Arezzo, mentre la crescita nel distretto di Valenza si è attestata al +27%. Queste dinamiche si sono tradotte in un pieno recupero rispetto al pre-crisi per i distretti di Vicenza e Arezzo, che hanno mostrato un incremento rispetto al 2019 del +17%, mentre per Valenza si sconta ancora un ritardo del -36%, probabilmente influenzato più che per gli altri due distretti dalle policy di prezzo delle multinazionali (il dato a livello territoriale è disponibile solo in valore e non in quantità) (Figg. 5-6).

Figura 5 – Evoluzione delle esportazioni di gioielleria e bigiotteria* (var. % con il corrispondente periodo dell’anno precedente a prezzi correnti)
Nota: (*) Codice ATECO 3.21. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Figura 6 – Evoluzione delle esportazioni di gioielleria e bigiotteria* a confronto con il periodo pre-COVID (var. % a prezzi correnti)
Nota: (*) Codice ATECO 3.21. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat

Nel periodo gennaio-settembre 2021 le esportazioni del distretto orafo di Vicenza sono state pari a 1,2 miliardi di euro con una crescita di oltre 480 milioni di euro rispetto al corrispondente periodo del 2020 (+69,9%) e in crescita anche rispetto al 2019 (+16,7%). Le esportazioni sono state sostenute soprattutto dai buoni risultati delle vendite verso gli Stati Uniti, che sono più che raddoppiate rispetto al 2020 (+113%) con un importante incremento anche rispetto al pre-crisi (+79,9%), oltre che da una significativa crescita verso il Sud Africa (+82,4% rispetto al 2020 e +74,6% verso il 2019); si è rafforzato inoltre il trend di crescita delle esportazioni verso la Malesia, già importante nel 2020 (+94,4%), che nei primi nove mesi del 2021 rappresenta il sesto mercato di riferimento rispetto al decimo nel 2020. Ritornano sopra i livelli del 2019 anche le esportazioni verso gli Emirati Arabi Uniti (+6,2%), mentre non recupera il divario l’export verso Hong Kong (-52,1%) (Tab. 2).

Anche il distretto di Arezzo ha recuperato il valore delle esportazioni del pre-COVID e con 1,8 miliardi di euro ha incrementato di circa 880 milioni di euro il valore rispetto ai primi nove mesi del 2020 (+92,4%) e di 270 milioni di euro il valore del 2019 (+17,3%). Trainante la crescita delle esportazioni verso gli Stati Uniti, che sono più che raddoppiate rispetto al 2020 (+129,5%) e nettamente superiori al 2019 (+87,8%), e verso il Sud Africa, che ha incrementato di oltre 80 milioni di euro il valore del 2019 ed è arrivato a rappresentare il 5,1% delle esportazioni distrettuali. Da segnalare, inoltre, il completo recupero anche delle esportazioni verso gli Emirati Arabi Uniti (+15,3%), che rappresentano il primo mercato di riferimento, oltre alla ripresa verso la Francia (+15,2%) e la Turchia (+30,9%), mentre hanno continuato a registrare un divario negativo rispetto al 2019 le esportazioni verso Hong Kong (-37,1%) (Tab. 3).

Il distretto orafo di Valenza Po invece ha mostrato ancora un divario rispetto al 2019 (-36,2%) e con un valore di oltre un miliardo di euro di esportazioni ha segnato una crescita di 222 milioni di euro rispetto al 2020 (+27,3%). Nell’analisi dei paesi di destinazione si può notare come il distretto risulti condizionato dalle scelte logistiche di alcuni importanti operatori, visibili dal forte incremento registrato dalle vendite verso l’Irlanda, che a partire dal 2020 è diventato il primo mercato di sbocco, mentre nel 2019 rappresentava poco più del 4% delle esportazioni. Penalizzate invece le esportazioni verso la Francia, in calo sia verso il 2020 (-34,7%) sia verso il 2019 (-73%), e verso la Svizzera (-23,4% verso il 2020 e -83,2% verso il 2019) (Tab. 4).

Gli indici di produzione e fatturato hanno confermato i segnali di recupero: nella media dei primi nove mesi del 2021 la produzione industriale e il fatturato del settore sono cresciuti circa del 65% rispetto al 2020, ma anche nel confronto con la media del 2019 hanno registrato un incremento del 13,1% per il fatturato e dell’8,5% nella produzione (Fig. 7). Anche le ultime evidenze del mese di ottobre confermano questa tendenza, con indici in crescita del 15% rispetto al 2019 sia per fatturato sia per produzione.

Le prospettive dell’economia mondiale sono attualmente molto incerte, condizionate dalla persistenza delle strozzature di offerta, ma le attese della crescita reale si confermano robuste anche nel 2022. Il settore italiano della gioielleria ha mostrato una buona capacità di risposta alla crisi, potendo contare su un buon presidio dei mercati internazionali, con un’attenzione crescente verso la digitalizzazione, le politiche di marchio e la sostenibilità, rafforzate dalla qualità e dalla bellezza dei gioielli Made in Italy.